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I LUOGHI DA
VISITARE |
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NICOTERA - (7 km) Il caratteristico abitato della vecchia Nicotera è in
leggero pendio, su una sorta di terrazzo con ampia veduta sul mare. Vi si trovano intatte le caratteristiche del vecchio centro,
con le sue strette stradine che sfociano su piazzette, su cui si affacciano case tipiche dai balconi in ferro battuto. Dal
piazzale antistante il Castello del XVIII, oggi sede del Museo Civico Archeologico, si apprezza una spendida veduta sulla piana
di Rosarno e sul Golfo di Gioia Tauro, fino allo stretto di Messina, alla Sicilia ed alle Isole Eolie. |
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VIBO VALENTIA - (30 km) Su un piccolo promontorio, a poco
meno di 500 m sul livello del mare, coperti dal moderno centro abitato, si trovano i resti del centro indigeno Veipo,
della colonia locrese di Hipponion e della romana Vibo Valentia o Vibonia. Sono visibili: le antiche mura, un tempio
ionico sull'altura del Cofino ed uno dorico presso la Cava Cordopatri, un impianto termale e due domus con pavimenti
a mosaico in località S. Aloe. |

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TROPEA - (31 km) La "perla" della Costa degli Dei sorge alta
sul mare, su una strapiombante rupe circolare, dominando quattro chilometri di piccole spiagge bianche, separate da
sporgenze di roccia. L'animata via centrale scende fino ad una panoramica terrazza che da oltre 40 m di altezza domina
la costa sottostante: lo scoglio di S. Leonardo e l'isoletta di S. Maria, oggi unita alla terraferma e sormontata dal
santuario di S. Maria dell'Isola, fondato in età medioevale come monastero benedettino. |
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SCILLA - (59 km) Più a sud, nell'arco della Costa Viola, digrada
scenograficamente in celebre paesaggio marino verso le due baie di Marina Grande e di Chianalea dalla rupe impervia del
mitico mostro a sei teste, cui a fatica sfuggì l'accorto Ulisse. Al sommo della roccia è disposto il Castello di origine
altomedioevale; più in basso il porticciolo ed il pittoresco quartiere di Chianalea abitato dai pescatori, con strette stradine
e il mare che lambisce le antiche case. |

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BAGNARA - (49 km) Suggestivo borgo medioevale che, dalla marina, si
sviluppa a gradinate verso i suoi caratteristici quartieri collinari, con i vicoletti aggrappati alla roccia. Da vedere il castello
Ruffo e l'Abbazia normanna di S. Maria degli Apostoli. E' un importante centro per la pesca del pesce spada, praticata con le
caratteristiche "spatare"; tra maggio e settembre è d'obbligo una sosta nei ristoranti locali per l'assaggio del "pescespada alla
bagnarota". Nelle pasticcerie della cittadina non bisogna perdere il "torrone di Bagnara". |
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PALMI - (30 km) E' una cittadina ricostruita con forme geometriche dopo il terremoto del 1908 che rase al suolo il vecchio
paese, posta su un panoramico terrazzo naturale che si affaccia, a circa 200 metri d'altezza, sul Tirreno con scogliere che precipitano sul mare. Sul terrazzo sottostante si espande
il quartiere dell'antica area archeologica di Taureana e, subito a sud della cittadina, si erge maestosa la parete granitica del Monte Sant'Elia, che segna l'inizio del tratto più
spettacolare e scosceso della Costa Viola. |

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ZUNGRI - (xx km) CITTA' Di PIETRA. L’origine di questo villaggio di pietra risale tra il XII e il XIV secolo, periodo in cui i monaci basiliani
fuggono dall’Oriente per scappare alle persecuzioni iconoclaste e si rifugiano nel territorio del monte Poro. Le 100 grotte sono formate da uno o due ambienti, anche a più piani, di forma circolare
o quadrata con funzione di unità abitativa o silos per il deposito di grano. Quella più antica è costruita su 4 livelli e all’interno è visibile un graffito simile ad un pesce. La parte finale del
sito nasconde un piccolo angolo di paradiso: una sorgente immersa nel verde smeraldo della natura, una piccola oasi di pace dove il tempo è scandito dal semplice ticchettio delle gocce d’acqua che
si riversano nella vasca. |
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DRAPIA - (xx km) E' rientrato in funzione, dopo decenni d’inattività, l’antico Mulino Loiacono ad acqua le cui origini risalgono al 1750 circa.
Uno dei mulini storici calabresi, un pezzo di storia tornato a splendere; si tratta del primo, a monte, di diversi mulini storici ad acqua, dislocati nel vallone Riaci lungo il torrente Burmaria. Il mulino è scavato
nella pietra, con una copertura di volta a botte realizzata in conci di pietra, disposti a coltello. Il mulino si differenzia dagli altri mulini storici calabresi per la saetta a forma di tronco conico. Oltre al locale
della molitura, è presente un secondo ambiente, scavato nella pietra, nel quale giaceva l’asino, mezzo di trasporto per i cereali da cui veniva ricavata la farina. |

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CAULONIA - (77 km) Nel più tipico dei paesaggi ionici, dominato dai letti delle fiumare e dalle colline di ulivi e macchia
mediterranea, su un colle si eleva Caulonia, erede di una delle più antiche colonie greche (Kaulon), i cui resti sono ancora visibili sulla costa. La sua forma, digradante su tre colli,
il castello, i resti di opere bizantine, le quattro porte d'ingresso disposte ad arco, fanno pensare ad un kastron bizantino. |
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MONGIANA - (72 km) Centro agricolo del versante ionico delle Serre, noto per
le ferriere istituite dai Borboni nel 1768, i cui resti dello stabilimento sono ancora visibili. Oltre al Museo delle Ferriere,
merita una visita l'attrezzato e spettacolare parco del Corpo Forestale dello Stato ubicato nella Villa Vittoria, con numerose
specie botaniche ed animali in libertà. |

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NARDODIPACE - (78 km) Collocato nel territorio delle serre vibonesi, luogo da sempre intriso di leggende; si narra
di misteriose "chiocce dai pulcini d'oro" e di neonati da immolare per ottenere la conoscenza dell'ubicazione di un tesoro nascosto. Luoghi in cui la credenza popolare vietava di
avventurarsi, ma alcuni temerari, violando il tabù popolare, hanno scoperto recentemente i resti di cinque strutture megalitiche (dolmen o triliti), forme caratteristiche della nota
Stonehenge. Queste strutture granitiche, con funzione sacrale e sepolcrale, sono una chiara testimonianza della cultura della pietra e delle popolazioni neolitiche vissute nell'area
calabrese. |
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SERRA S. BRUNO - (63 km) Il borgo è circondato da foreste e si alza con le sue
chiese barocche in un'ampia conca del massiccio centrale della Calabria. Serra sta per catena dentellata di monti; il S. Bruno aggiunto
al nome è Brunone di Colonia, certosino a Grenoble, fondatore della Certosa da cui il paese ebbe origine. La Certosa, di clausura, è situata
poco fuori dell'abitato, sul limitare di un bosco di abeti; il suo Museo illustra la vita dei certosini, con la ricostruzione della cella e
del laboratorio dei monaci. Tra Serra S. Bruno e Mongiana si dipana, nel cuore delle montagne vibonesi, il sentiero "Beato Pier Giorgio Frassati", uno dei
percorsi naturalistici più suggestivi d'Italia. |

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STILO - (87 km) L'antico borgo sorge a mezzacosta del pendio, disposto a gradinate, a
pochi chilometri dal Mare Jonio; intorno ulivi e viti. La Cattolica è uno dei più importanti e singolari monumenti della regione, sorge sopra
un poggio isolato nella parte alta dell'abitato. E' una chiesetta bizantina del sec. X, a pianta quadrata con cinque cupolette su tamburi
cilindrici e tre absidi. Il Duomo conserva dell'originaria costruzione il portale gotico del Trecento. |
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GERACE - (70 km) Silente, antica, alta su una rupe, è ad una decina di chilometri dalla
riva jonica, nell'entroterra di Locri. La Cattedrale rappresenta il più vasto edificio sacro della Calabria; consacrata nel 1045, successivi
adattamenti e parziali riedificazioni in seguito a terremoti ne hanno in parte compromesso la coerenza stilistica. Il Castello, alto su una rupe
inaccessibile, in passato unita solo da un aereo ponte levatoio alla spianata del "baglio", tradizionale rifugio della popolazione in caso di
pericolo. |

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REGGIO CALABRIA - (80 km) Ricostruita dopo il disastroso terremoto del 1908, si allunga
sulla costa con strade parallele al mare, alla spiaggia, al lungomare Falcomatà fiancheggiato da aiuole ricche di magnolie, palme e rare piante
esotiche. Il Museo Nazionale offre una fondamentale occasione per la conoscenza della civiltà della Magna Grecia: il settore dedicato all'archeologia
subacquea ospita il cosiddetto "ritratto di filosofo", testa bronzea di un vecchio dalla lunga barba, nonchè i celebri "bronzi di Riace", le due
figure di guerriero che rappresentano l'immagine più tipica della cultura greca classica.
[info sui Bronzi] |
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SEMINARA - (38 km) Rappresenta il centro calabrese della ceramica con le antiche botteghe nelle
quali i "maestri pignatari" lavorano l’argilla ancora secondo la più antica tradizione e cuociono i manufatti nel tradizionale forno di mattoni in
terracotta. La produzione di ceramica artistica comprende oggetti con significato popolare-animistico-religioso: il babbaluto, la flaskokrùkella,
il gabbacumpari e le maschere apotropaiche, di probabile ispirazione greca, utilizzate tra l'altro dai contadini contro il malocchio. |

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GAMBARIE - (70 km) Grandi boschi di faggi, pini, abeti intorno e il vastissimo
panorama sullo stretto di Messina e il Tirreno, le coste del continente, la Sicilia e le Isole Eolie. L'Aspromonte è l'estremo rilievo
meridionale dell'appennino. Il litorale è folto di agrumeti e di alberi da frutta; la vigna sale fino alle medie altitudini frammista
all'ulivo e al castagno; nella foresta più in alto vigoreggiano faggi, pini e abeti. Sentieri ed aree atrezzate caratterizzano il Parco
Nazionale dell'Aspromonte, sorto nel 1994. |
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LAGO ANGITOLA - (60 km) Con lo sbarramento dell'omonimo fiume tramite un poderoso sistema a due dighe,
è stato creato quest'ampio bacino artificiale, con le rive bordate di fitti canneti, boschi igrofili e pascoli acquitrinosi. Oggi oasi di protezione del WWF, è
luogo di sosta e svernamento di numerosi migratori come lo svasso maggiore, il tarabusino e i più rari mignattaio e spatola. Tra le specie nidificanti sono la poiana,
il gheppio e il barbagianni accompagnati da mammiferi poco visibili come il tasso, la donnola e la volpe. |

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PENTEDATTILO - (110 km) Graziose casette di pietra abbarbicate sul pendio di un'altura rocciosa, dalla
particolare forma che ricorda le dita di una mano, da cui deriva il nome (che nella lingua greca significa appunto "5 dita"), si affacciano sul versante ionico
calabrese, immerse in un'atmosfera quasi irreale. Così si presenta Pentedattilo a chi lo vede per la prima volta e a chi, attratto dal mistero che avvolge questo
piccolo borgo, decide di visitarlo. E' un intreccio di strette e ripide stradine in cui è piacevole perdersi nel silenzio delle case disabitate ma che testimoniano
un passato intriso di storia e di leggende. |
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ROGHUDI - (125 km) Situato sulle pendici meridionali dell'Aspromonte, l'abitato di Roghudi Vecchio con le
alluvioni degli anni '70 fu dichiarato inagibile e gli abitanti furono trasferiti a 40 km di distanza, sul mare. Nel cuore della grecanità (Roghudi significa "rupestre"),
la Vecchia Roghudi, situata su uno sperone roccioso nel mezzo del torrente Amendolea, è accomunata al destino di tutti i paesi abbandonati: circondata da un eterno e suggestivo
silenzio, lentamente va incontro alla distruzione. Nella frazione di Chorio, sempre viva, abitano ancora intagliatori e tessitrici di ginestra, che ripetono gli antichi motivi
ornamentali della tradizione greco-latina. |

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LE FIUMARE - Ampi greti di ghiaia e ciottoli solcano i monti della Calabria; sul loro letto i fiumi, in secca
per quasi tutto l'anno, scorrono rovinosamente nei periodi piovosi, formando rami che cambiano d'aspetto e corso dopo ogni pioggia. Lungo la fiumara Amendolea (31 km e
1800 m di dislivello) sotto speroni di monti affilati dal vento si ritrovano paesi disabitati, città fantasma in attesa d'un loro cantore - Ghorio, Roghudi e
Condufuri, d'evidente origine greca. Dalle onde del mare alle seghettate dorsali dell'Aspromonte, dalle acque azzurre ai boschi profondi d'ombra, la dura, pittoresca bellezza dei
paesaggi della fiumara resta nel cuore. |
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ISOLE EOLIE - Aironi rossi e cinerini, fenicotteri, pellicani, gru, anatre e oche
selvatiche, tortore, quaglie sostano su questi ciottoli sparsi nel Tirreno, a nord della costa siciliana. Nel paesaggio si combinano gli strapiombi
sul mare, la macchia mediterranea, l'olivo, il carrubo, il fico, il cappero e ovunque il ficodindia. L'arcipelago comprende sette isole, tutte vulcaniche,
isolotti minori e scogli immersi nelle incontaminate acque limpide. Lipari, Vulcano, Salina, Filicudi, Alicudi, Panarea e Stromboli. |

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